Descrizione
Descrizione
Tipologia: 20 Lire Italia
- Materiale: Oro
- Zecca: Roma
- Peso effettivo: gr. 6,45
- Peso oro puro contenuto: gr. 5,8
- Oro puro: 900% (21,6 carati)
- Diametro: mm 21
- Periodo di coniazione: dal 1861 al 1878 e dal 1879 al 1897.
20 lire o Marengo coniato sotto Vittorio Emanuele II
Le 20 lire in oro a nome del primo re d’Italia furono coniate dal 1861 al 1878 e furono i primi marenghi d’oro ad essere diffusi in Italia volute da Vittorio Emanuele II.
Autore dei conii fu Giuseppe Ferraris che ritrasse sul dritto il re Vittorio Emanuele II a collo nudo, rivolto a sinistra (la firma Ferraris è in piccolo, sotto il collo) e circondato dal nome e dalla data di emissione in basso. Altrettanto classico il rovescio, con stemma sabaudo coronato e circondato dal collare dell’Annunziata, il tutto tra due rami di alloro; ai lati la dicitura “Regno d’Italia” e in basso il valore e i segni della zecca (T per Torino, M per Milano, R per Roma).
I Marenghi di Vittorio Emanuele II furono prodotti ininterrottamente fino al 1878, anno della dipartita del Sovrano. A causa dell’elevato numero di pezzi in circolazione, tranne alcune date, il loro valore è pari a quello dell’oro contenuto (5,80 gr.). Alcune date però sono di scarsa reperibilità per il basso numero di pezzi prodotti, pertanto possiedono un valore numismatico ben oltre quello dell’oro contenuto.
Le Zecche incaricate per la produzione di queste monete furono: dal 1861 al 1870 la zecca di Torino. Dal 1870 fino al 1878 le zecche di Roma e Milano. I segni di zecca riportati sul retro a fianco al millesimo sono: T (Torino), R (Roma) ed M (Milano).
Da considerarsi estremamente raro il 1873 zecca di Roma (da 2.000 a oltre 10.000 € per un esemplare perfetto) e molto raro il 1870 Roma (da 800 a oltre 3.000 € per un esemplare perfetto).
20 lire o Marengo coniato sotto Umberto I
Il Marengo d’oro 20 Lire di Umberto I cambiò rispetto a quella del precedente regnante e la zecca ufficiale abilitata alla sua produzione è stata solamente quella di Roma.
Umberto I, soprannominato il “Re buono” di Casa Savoia viene effigiato al diritto della moneta mentre al rovescio, nella parte superiore, posta tra i due rami, è presente la Stella d’Italia (il simbolo “patrio”, cioè la rappresentazione allegorica della terra italiana). Al di fuori della corona, in basso ad ore sette vicino al bordo, si trova il segno della zecca di Roma “R”. Più esternamente, come per il dritto, è presente il motivo formato da una serie di piccoli coni. Il bordo della moneta è zigrinato e gli assi sono alla francese.
I Marenghi italiani di Umberto I sono stati coniati in circa 8.763.000 esemplari negli anni: dal 1879 al 1886, 1888, 1889, 1890, 1891, 1893, 1897.
Come spesso accade per qualsiasi moneta di valore, anche i Marenghi rari di Umberto I possiedono numerosi falsi in circolazione. Sostanzialmente sono esemplari identici, in dimensioni, peso e titolo, agli originali e messi in circolazione da falsari dell’epoca, pertanto privi di valore numismatico.
La data più comune di coniazione è il 1882, anno in cui si batterono monete d’oro per complessive £. 139.523.000 (1.129 esemplari da 100 lire e il resto in “marenghi”) in quanto vi fu una trasformazione di verghe d’oro e di monete auree non decimali, frutto del prestito di 644 milioni di lire richiesto e ottenuto dal governo italiano all’estero, per fronteggiare la conversione in moneta metallica della carta moneta, all’indomani della legge (7.4.1881 nr. 133) che aboliva il “corso forzoso”. Una circostanza certamente inusuale (e che non si ripeterà più nella storia del paese) che
giustifica l’imponente coniazione di monete auree da lire 20 con quello specifico millesimo, scrupolosamente riportato in ossequio all’articolo 11 della Convenzione monetaria latina.
La sottoscrizione avvenne a Londra per opera specialmente dei signori Baring Brothers & C. e C.J. Hambro & Sons (la Banca d’Escompte di Parigi vi figura per minima parte) e l’Italia ricevette integralmente i 644 milioni, di cui 488 milioni in oro e 156 in scudi d’argento della Lega Latina, cedendo lire 36.487.250 di rendita 5 per cento corrispondente al capitale di lire 729.745.000.
20 Lire Marengo Vittorio Emanuele II
20 Lire Marengo Umberto I






